Alfa Romeo Stelvio: primo contatto con la 2.0 TBi da 280 CV
Alfa Romeo Stelvio: primo contatto stamane in concessionaria in vista del porte aperte. A disposizione una Alfa Romeo Stelvio Q4 2.0 TBi da 280 CV First Edition
Alfa Romeo Stelvio: primo contatto stamane in concessionaria in vista del porte aperte. A disposizione una Alfa Romeo Stelvio Q4 2.0 TBi da 280 CV First Edition. Stamane ci siamo recati presso la Concessionaria Unicar di Salerno, per avere un primo contatto con il nuovo SUV di Alfa Romeo. Vedere il salone espositivo pieno di persone, clienti o semplici curiosi è un chiaro segnale che la vettura desta interesse.
All’interno la scorgiamo subito, sebbene non vogliamo distrarci, la nostra attenzione è catturata dalla stupenda Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio esposta (già venduta, ma che il proprietario ha deciso di lasciar in concessionaria per mostrarla alla clientela) all’interno. La protagonista è lì illuminata a giorno. La vettura appare molto più compatta dal vivo. Si ha come l’impressione che il sapiente gioco di linee e lavorazioni della lamiera, aiutino a dissimulare molto l’aspetto “SUV” della vettura, tanto da farla apparire come una segmento “C” anabolizzata.
La vettura esposta è una Alfa Romeo Stelvio Q4 2.0 TBi 280 CV First Edition, modello di lancio promozionale, con un equipaggiamento molto ricco. Sia per quanto riguarda la personalizzazione, che i contenuti tecnici. Il muso qui, sembra più piccolo rispetto a quello di Giulia, complici anche il nuovo taglio dei fari che hanno un ruolo predominante, assieme allo “scudetto” Alfa Romeo. La linea di cintura scivola via veloce, arrivando a chiudere in maniera morbida sul posteriore, che è molto ben raccordato con il resto della vettura. Piccolo il lunotto posteriore, sia vedendolo dall’esterno, che all’interno dell’abitacolo. Sono necessari i sensori di parcheggio per eseguire una manovra senza rischiare di rovinare parte della carrozza.
Gli interni
A differenza di Giulia, qui abbiamo una impostazione più “aperta” della plancia, che non è più maggiormente focalizzata sul guidatore, ma si apre anche ai passeggeri. Accomodati all’interno e fatte le poche regolazioni necessarie per impostare la posizione di guida ottimale, si ha come l’impressione di avere una vettura cucita addosso. Il volante è bello da impugnare, le palette – rispetto a quelle di BMW – sono molto meglio rifinite, dando meno l’impressione di esser di materiale plastico.
Molto ben realizzata la plancia ed i vani per riporre gli oggetti che si hanno in tasca. Molto poco discreta la porta USB e la linea 12V, che sono celate da un semplice tappo in plastica. Da migliorare anche la zona bassa dei pannelli porta, e il trattamento della plastica della leva cambio. La medesima, non ci è parsa di grande qualità “estetica” anche sulla nuova BMW Serie 5 G30.
Ottimo l’accoppiamento dei materiali e le tolleranze, abbiamo un lavoro ottimo in fase di assemblaggio e si vede. Niente scricchiolii e/o disallineamenti. Questa cura si nota anche negli accoppiamenti dei lamierati. Nulla da recriminare.
Ottimo il bagagliaio come finiture. Doppio fondo insonorizzato e ben organizzato. Ottima anche la protezione per la soglia di carico.
Su strada?
Arriva il nostro turno ed una Alfa Romeo Stelvio 2.0 TBi da 280 CV in tinta Rosso Alfa, ci viene incontro. Abbiamo la possibilità di metterci alla guida di un esemplare con 350 km all’attivo (considerando che la vettura è arrivata ieri mattina in concessionaria e solo stamani sono arrivati i test drive…) a trazione integrale – Q4 – con l’accoppiata, di serie, con l’ottimo automatico ZF ad 8 velocità.
Lo sterzo è Uguale, come taratura e precisione, a quello di Giulia. L’automatico inizia a snocciolare le prime velocità in modalità Normal. La vettura è composta, lo sterzo è preciso. Dove si vogliono inserire le ruote anteriori loro vanno. Il modo in cui assorbe le buche è assolutamente molto buono. E’ rigido, ma non tale da spaccar la schiena. Ci si trova subito a proprio agio alla guida, come se la si guidasse da sempre.
Il 4 cilindri Turbo benzina dell’Alfa Romeo Stelvio 2.0 TBi Q4 è la parte più interessante della vettura. Silenzioso, morbido e pastoso. Ha un’erogazione da 5 cilindri per la sua pienezza, dando la possibilità di condurre una vettura da quasi 1700 kg, senza alcuna problematica. Le marce vanno in automatico a regimi tra i 1700 e 1900 rpm. Si muove agevolmente nel “tira-molla” cittadino e sono molto ben modulabili i freni. Anche nei repentini cambi di direzione, per evitare una buca, l’assetto non è mai scomposto. Anzi, ti da la piacevolezza di poter osare di più.
Da Normal…a Dynamic
Cosa che abbiamo fatto quando ci siamo diretti in una zona più libera ed abbiamo spostato il DNA Alfa Romeo, in Dynamic. La progressione del 4 cilindri è centrata. E’ un motore con una schiena enorme, sembra un diesel di grossa capacità come erogazione. Non fraintendetemi, non suona affatto da diesel, ne tanto meno “muore” a 4000 rpm, anzi abbiamo avuto modo di allungare fino ai 6000 rpm. Ci arriva, senza batter colpo, ma è talmente pieno ai medi che non si sente il bisogno di arrivare fin lassù per arrivare a velocità da ritiro patente.
La ripresa è ottima, complice anche l’8 marce di ZF, permette di svincolarsi in maniera rapida e sicura dalle situazioni quotidiane. Abbiamo fatto due lanci.
Il primo rallentando, in modalità manuale, con la terza marcia da 60 km/h fino ai 130 km/h. Il motore ci ha accompagnato con una spinta sincera e senza incertezze fino al raggiungimento della velocità codice. Il tutto condito da un buon suono all’interno dell’abitacolo e da ZERO fruscii aerodinamici.
…e la ripresa?
Per la seconda modalità di lancio della Alfa Romeo Stelvio, abbiamo volutamente lasciato la 5a marcia a circa 80 km/h, ed abbiamo accelerato leggermente, evitando che il cambio automatico eseguisse la manovra di “kick-down” automatica. Nessun problema per il 4 cilindri, che ha giusto il tempo utile di capire cosa gli vien richiesto e lui lo fa. Sempre in 5a da 80 a 130 km/h in un batter ciglio, mentre affrontiamo in appoggio una lunga curva a destra.
L’accoppiata è centrata, perfetta per questo SUV. Il 2.2 Mjet da 210 CV – sentito su Giulia Veloce – è leggermente più rumoroso, ma in quanto a spinta questo Turbo Benzina merita ogni lode.
Promosso.
Telematica?
Non ci soffermiamo su telematica e sicurezza, perchè sono due aspetti che non abbiamo approfondito in questo breve test su strada.
Le impressioni dei presenti
All’interno dell’autosalone vi erano molti “Alfisti”, ma sopratutto molti clienti che provenivano da BMW. Questi erano molto sorpresi – in positivo – delle qualità dinamiche della vettura, mentre lamentavano qualche lacuna a livello telematico. Nessuno ha fatto menzione di un motore più potente a gasolio, avendo provato in passato anche la Giulia da 210 CV 2.2 Mjet. Molti provenienti anche da Mercedes-Benz e qualcuno da Audi.
Interessante anche l’opuscolo presente in bella mostra sul “desk informazioni” dove venivano confrontate le qualità di Stelvio 2.0 TBI Q4, con i suoi competitors, quali Mercedes-Benz GLC, BMW X3/X4, Porsche Macan ed Audi Q5.