BMW 12 cilindri: 25 anni di storia
Era il 1986, quando venne presentata la mondo la prima BMW a 12 cilindri.
All’interno del vano motore della BMW Serie 7 E32 giaceva il “doppio” del must BMW:
il 6 cilindri in linea.
Febbraio 1986 e fa il debutto ufficiale al Salone di Ginevra la BMW 750i . Forte di 300 CV ricavati dal propulsore V12 da 5.0 litri, che ha consentito di ricavare ben 3000 pre-ordini ancora prima della presentazione ufficiale. Un momento storico per BMW.
Come si distingueva il possessore di una V12 da quello di 730i e 735i? Dai dettagli oltre che dal sound.
Il caratteristico “doppio-rene” all’anteriore, nel modello V12 era considerevolmente più grande e squadrato per esigenze di raffreddamento, ed al posteriore i 2 terminali di scarico dal taglio quadrato facevano il resto.
BMW 750i L: prima della serie
Nello stesso anno, in contemporanea con il lancio del primo V12 “moderno” per BMW, ecco comparire la BMW Serie 7 a passo lungo. La versione LWB (Long Wheel Base) identificata semplicemente con la sigla “L” porta in dote, come equipaggiamento standard, una trasmissione automatica a 4 rapporti, un sistema elettronico sospensivo agli ammortizzatori posteriori (Electronic Damper Control) ed un nuovo sistema sterzante “Servotronic” che garantisce una servoassistenza in funzione della velocità della vettura.
In questo modo, a vettura ferma, è possibile ruotare il volante tra i due fine corsa mediante l’utilizzo di due sole dita, mentre alle alte velocità, diviene più diretto e comunicativo.
Ovviamente il grosso della novità è riservato al confort ed ad un mantenimento della vita di bordo su standard elevati: pelle a profusione, un sistema di climatizzazione a tre zone separate ed un extra di +12 cm disponibili per i posti posteriori, fanno il resto.
Il V12 in dettaglio
Massa: il V12 da 5.0 litri riesce a contenere la propria massa in appena 240 kg. Un primato per la categoria.
La sua potenza di ben 300 CV viene raggiunta a 5’200 rpm ed erogante una coppia di 450 N m a 4’100 rpm. In soldoni abbiamo un propulsore con una potenza specifica di 60 CV per litro, che al giorno d’oggi fanno sorridere (essendo abituati a propulsori da oltre 100 CV/litro), ma che a quel tempo rappresentavano un buono standard.
L’angolo fra le bancate risulta essere di 60° e le dimensioni di corsa ed alesaggio sono similari ai propulsori 6 cilindri da 2.5 litri che BMW possedeva già in gamma (325i-525i, ndr).
L’albero motore è realizzato in fusione unica in alluminio con 7 cappelli di banco sfasati di 120° l’uno dall’altro.
I pistoni, forgiati in alluminio, presentano una particolare geometria a “ciotola” sul cielo degli stessi, che consente un fronte di fiamma più omogeneo – anche in virtù di poter posizionare le candele esattamente al centro del cielo – in grado di garantire una completa combustione della miscela aria-benzina che viene iniettata.
Il tutto viene gestito da due centraline elettroniche che governano separatamente le bancate, a loro volta governate da una ECU globale che comunica in maniera bridge con i sistemi ASC e MSR di stabilità.
Come nasce il V12 di BMW?
Il V12 da 5.0 litri della 750i E32 è stato il primo propulsore V12 di un costruttore tedesco dopo la seconda guerra mondiale, ma non il primo realizzato da BMW.
Siamo nel 1972, quando il progetto V12 inizia a prendere forma.
Conosciuto con il codice interno M33, il V12 con angolo fra le bancate di 60° da 5.0 litri e 300 CV nato dall’unione bruta di due 6 cilindri da 2.5 litri, porta con se un grosso fardello: 315 kg di massa. Troppo.
Ecco che arriva il nuovo M66: V12, angolo fra le bancate di 60°, una cilindrata variabile tra 3.6 e 4.5 litri. La versione da 4.5 litri riesce ad esprimere ben 275 CV a fronte di una massa di soli 275 kg; l’anno è il 1977 e siamo ancora in piena recessione petrolifera. BMW non ritiene profittevole equipaggiare una sua berlina con tale propulsore.
E’ necessario attendere il 1982 quando i tempi si ritengono maturi per poter fornire un tale propulsore alla clientela.
Si parte a Novembre del 1982 per progettare dal foglio bianco questo nuovo V12, che vedrà il banco prova solo ad Ottobre dell’anno successivo.
Evoluzione della specie: 750i E38
Il nuovo V12 M73 sposta in alto le caratteristiche di NVH dei propulsori V12.
Sviluppato sulla base del propulsore M70, nel 1994 – in occasione anche della presentazione della nuova Serie 7 E38 – il nuovo M73, forte di una cilindrata di 5.4 litri, riesce ad erogare ben 326 CV.
Il punto focale del V12 non è la potenza massima (appena 26 CV in più dell’unità precedente da 5.0 litri), ma l’efficienza su consumi ed emissioni: questi ultimi vengono ridotti del 13%.
Tutto questo è possibile grazie ad opere di affinamento quali:
- riduzione degli attriti interni con materiali a basso sforzo Hertziano
- introduzione dei bilancieri valvola con cuscinetto a rulli
- incremento del rapporto di compressione da 8.8:1 a 10.0:1
Il tutto coadiuvato dalla nuova trasmissione automatica a 5 rapporti.
Il V12 arriva a 6 litri: BMW 760i E65
Siamo nel 2002 e BMW presenta al mondo la nuova BMW Serie 7 E65.
La punta di diamante della berlina di Monaco è rappresentata dal nuovo V12 da ben 6.0 litri.
Il V12 della 760i è il primo dodici cilindri al mondo a fregiarsi dei dispositivi VALVETRONIC, sistema Bi-VANOS e di un nuovo sistema ad iniezione diretta di benzina.
Il tutto concorre al raggiungimento di una potenza massima di ben 445 CV che vengono trasmessi alle ruote posteriori mediante un nuovo cambio automatico a 6 rapporti.
L’era del TwinTurbo: BMW 760i F01
E’ il 2009 quando il V12 viene completamente stravolto. Conosciuto con il codice interno di N74, forte di una cilindrata unitaria di 497,7 centimetri cubici (riconosciuto come l’optimum termodinamico dai motoristi, ndr) e coadiuvato dal sistema Bi-Vanos, VALVETRONIC e dal sistema di iniezione diretta di benzina HPI, porta al debutto la nuova tecnolgia BMW Twin Power Turbo.
Un propulsore progettato con monoblocco in alluminio di tipo “closed-deck” che prevede, inoltre, le proprie teste cilindri ancorate direttamente nel basamento dell’albero motore.
Lo stesso viene adagiato su un banco i cui supporti sono sfasati l’uno dall’altro di 60°, rappresentando così il massimo per quanto riguarda i parametri di NVH.
Con una corsa di 80 mm ed un alesaggio di 89 mm (rapporto caratteristico 0.9, ndr), questo V12 sovralimentato con doppio turbocompressore – forte di un rapporto di compressione pari a 10.0:1 – riesce ad esprimere 544 CV a 5’250 rpm ed un range di coppia motrice di 750 N m costante tra 1’500 e 5’000 rpm. Il tutto per 5’972 centimetri cubici di cilindrata complessiva.
Equipaggiata con il nuovo cambio automatico ad 8 rapporti, la BMW 760i esprime uno 0-100 km/h in appena 4.6 secondi, raggiungendo una velocità massima (autolimitata) di 250 km/h ed ottenendo un consumo specifico di 12.8 litri/100 km su ciclo misto, il tutto emettendo 299 grammi di CO2 al chilometro.