BMW e SGL Carbon: cosa si nasconde dietro il carbonio
Per l’esattezza non è proprio carbonio puro, CFRP ovvero Carbon Fiber Reinforced Plastic è un materiale plastico con all’interno dei rinforzi in fibra di carbonio. Largamente in uso nell’ingegneria civile, come sostituto dell’acciaio, e nell’ingegneria navale ed aeronautica, quello che ha di più innovativo questo materiale è la versatilità.
E’ stato di recente applicato anche al mondo Automotive, ma la complessità delle lavorazioni l’ha sempre relegato ad un utilizzo di nicchia o mirato all’esasperazione delle prestazioni pure. Non sono rare le supercar e le hypercar che si fregiano di strutture portanti in monoscocca di carbonio.
BMW, tramite il partner tedesco SGL Carbon, cerca di rendere questa tecnologia alla portata di tutti.
Generalmente per la realizzazione di un singolo componente in CFRP, si parte da una base di fogli di fibra di carbonio (molto spesso pre-impregnati, noti come pre-preg, con resina) dove vengono riposti in stampi realizzati ad hoc (matrici) e successivamente stratificati uno sull’altro con una sequenzialità e direzione scelta a monte. Una volta fatto questo la matrice rivestita dai fogli in CFRP, viene ritagliata del superfluo e successivamente viene posta in degli autoclavi (forni su cui si può variare temperatura e pressione) dove vi rimarrà per diverse ore in ambiente controllato. Fatto ciò si procede al disaccoppiamento della matrice dal componente, ottenendo così il singolo componente scelto.
Orbene BMW ha scavalcato parte di questo processo, utilizzando un grosso “stampo” per l’intera cellula dell’abitacolo (LifeModule) che viene così formata in poche decine di minuti anzichè in diverse ore.
Per rendere più tangibile l’idea immaginate di voler stirare un paio di pantaloni con un ferro da stiro convenzionale, e un secondo paio li stirate con una stira-pantaloni industriale che ha l’esatta forma dei calzoni.
Tutto ciò permetterà a BMW di realizzare circa 30mila BMW i3 annue, senza avere problemi relativi ai tempi di consegna e sopratutto contenendo al minimo i costi di manodopera. Che quindi si traducono in maggior accessibilità al prodotto da parte del cliente finale.
La domanda sorge spontanea: se si danneggia la struttura?
BMW ha previsto dei punti di intervento, dove poter sostituire interamente l’area danneggiata con una ex-novo senza dover esser costretti a riacquistare una struttura completa. Inoltre si sono già avviati dei corsi di formazione per alcune officine sul territorio Europeo ed Americano al fine di non far trovare il cliente in difficoltà nel caso fossero necessari degli interventi di riparazione. Siamo in una botte di ferro, anzi carbonio, si potrebbe dire…