BMW & Motorsport: presto divise?
Il legame tra BMW ed il reparto Motorsport è da sempre stato indissolubile. Sin dalla sua creazione nel 1972 ad opera di Jochen Neerpasch (grande pilota BMW ed esperto di motori) la M Gmbh, nota anche come BMW M o BMW Motorsport, ebbe l’arduo compito di progettare e, se necessario, riprogettare ex-novo le vetture BMW che si sarebbero cimentate o nel mondo della competizione o per l’amatore stradale. Un qualcosa di nicchia in effetti: quasi sartoriale.
La creazione di grandi vetture quale la 3.0 CSL o Batmobile, la 2002 Turbo e la BMW M1, sono dei chiari esempi delle potenzialità del reparto Motorsport. Il legame si fa ancora più stretto tanto da coinvolgere direttamente le vetture di “serie” ad alti volumi e nacque il primo ordigno firmato ///M: la M535i E28.
Da allora un crescendo, passando dalle versioni vitaminizzate di Serie 3 e Serie 5, la strabiliante McLaren F1, vero Moloch degli appassionati, le versioni mai commercializzate della M8 (sarebbe stata più potente e veloce di una Ferrari), il mondo ProCar, la Classe IMSA, i grandi successi in DTM, fino alla classe ALMS e la Formula 1.
Come ogni buona realtà è fatta di alti e bassi e l’evoluzione porta spesso alla snaturalizzazione degli obiettivi per cui si è stati designati.
Non è mistero che il badge M su vetture quali i SAV X5 ed X6 (ed in futuro su X1 ed X3) possa aver fatto storcere il naso a più di qualche singolo individuo. Ma la dura legge del mercato da ragione a BMW per questo “azzardo”.
Ora però resta da capire come far convivere una SAV da oltre 2 tonnellate ed una futura spider ultraleggera o una supercar insieme.
Noi stessi siamo diversi, con attitudini differenti e missioni differenti.
Ecco che BMW pensa alla creazione del sub-brand M, come un qualcosa a se stante.
Le vetture di serie BMW porteranno sempre il badge M quando passeranno fra le grinfie dell’atelier Motorsport, ma i progetti realmente che incarnano quello spirito, animato da fiumi di benzene, sfridi di lavorazione derivanti da rettifiche, scintille di saldature TIG, e tutto ciò che ruota dentro la progettazione per passione e non per mero utile, allora avranno un posto preciso.
Ecco perchè possiamo affermare che la prossima supercar di BMW non sarà semplicemente BMW M1, ma M-ONE (codice di progetto interno 442), che andrà in diretta concorrenza con Audi R8 e Mercedes-Benz SLS AMG.
Motore posteriore centrale, carrozzeria in fibra di carbonio e 6 cilindri in linea turbocompresso.
La sua “gemella” sarà la M-Two (da non confondersi con la BMW Serie 2 M, che vedrà la luce fra un paio di anni con il 4 cilindri TwinPowerTurbo da 345 CV) ed andrà a rivaleggiare direttamente con Cayman e Boxster.
Insomma BMW si sta riprendendo quello che un pò di tempo fa aveva calpestato in favore del sano e giusto utile: le sue radici.