BMW Serie 7 con V16 “Goldfisch” volume 2: la vendetta!
La Serie 7 con il V16
Negli annali dell’automobilismo, BMW ha sempre sperimentato l’innovazione estrema. Il primo V12 del dopoguerra introdotto dal BMW Group rappresenta un punto di svolta nell’evoluzione tecnologica dell’industria automobilistica. Questo motore, lanciato nel 1986 con la BMW 750i (E32), segnò l’inizio di una nuova era di prestazioni e raffinatezza per il marchio. Con la sua potenza soave e la sua fluida erogazione di coppia, il V12 incarnava l’eccellenza ingegneristica e l’attenzione al dettaglio che sono da sempre il marchio distintivo di BMW.
Nel 1990, nacque il mito della BMW Serie 7 Goldfisch V16, un unicorno meccanico che sfidava le convenzioni. Dotata di un mastodontico V16 da 6.6 litri, la Goldfisch sfidava gli ingegneri a trovare soluzioni creative. Con 408 CV e 613 Nm di coppia, questa bestia richiedeva persino lo spostamento del sistema di raffreddamento nel vano bagagli, dando vita alla famosa 750iL “pesciolino rosso”.
La Goldfisch, soprannominata così per la sua audacia e rarità, incarnava l’essenza della sperimentazione tecnologica di BMW.
La seconda generazione del “pesciolino rosso”
La sua seconda iterazione, nel 1990, combinava elementi della Serie 7 E32 e della futura E38, con accenni di design della concept ZBF 7er di Joji Nagashima. I suoi stilemi anticipavano il linguaggio stilistico della Serie 7 “bangle” E65 e la prima Rolls-Royce Phantom VII. Questa nuova versione del V16, depotenziata a 347 CV, manteneva comunque la sua supremazia tecnica. La Goldfisch V2.0 presenta uno stile audace e inconfondibile, caratterizzato da un cofano motore eccessivamente lungo e stilemi contrastanti. Con richiami dalla BMW Serie 7 E32 ed E38, la vettura si distingue per una presenza imponente, seppur con un design che potrebbe risultare sgraziato agli occhi dei puristi dell’estetica automobilistica.
Anche se la Goldfisch potrebbe sembrare un’idea pazzesca, rappresentava l’impegno della BMW nell’innovazione continua. La sua esistenza stessa era un atto di sfida all’ordinario, una dichiarazione di intenti che ribadiva il ruolo di BMW come pioniere nell’industria automobilistica. Oggi, la Goldfisch rimane un simbolo della determinazione di BMW nel portare avanti i limiti dell’ingegneria automobilistica.