EMW: le BMW sovietiche
Alla fine della seconda guerra mondiale, la fabbrica BMW di Eisenach passò sotto il controllo sovietico. La fabbrica, che produceva prima della guerra le vetture 315, 319, 326, 327, 335 e l’elegante 328, sotto il governo sovietico si convertì alla produzione di mezzi per l’esercito e cambiò nome, adottando la sigla AWTOWELO.
Dallo stabilimento di Eisenach però, continuarono comunque ad uscire le BMW d’anteguerra con il marchio bavarese, in maniera del tutto clandestina: dal 1945 al 1950 furono prodotte circa 9.000 BMW 321 “sovietiche”. Nel 1949, con il passaggio del territorio di Eisenach alla DDR, la BMW fece causa alla AWTOWELO per l’uso improprio del marchio su vetture prodotte non ufficialmente dalla casa bavarese.
Il primo modello a portare il nuovo marchio EMW (Eisenacher Motorenwek) fu la 340 (gemella della BMW 340), la quale debuttò anche nell’inedita variante station wagon denominata 340-2. Dal 1949 al 1955 furono prodotte oltre 21.200 EMW 340, delle quali solamente una piccola parte nella versione familiare.
Anche dalla EMW 327, che corrispondeva alla BMW 327 del 1949-1955, sono state fatte solo poco più di 400 pezzi in totale.
Nel 1952, dallo stabilimento di Eisenach uscirono circa 161 esemplari di jeep EMW 325/2.
Nel 1953 la EMW debuttò nel mondo delle competizioni, entrando nel campionato del mondo di Formula 1. Partecipò solamente al gran premio di Germania con una vettura affidata a Edgar Barth e dotata di un motore 6 cilindri in linea. Nello stesso anno, la EMW cambiò ragione sociale in VEB Automobilwerk Eisenach (AWE), ma i modelli menzionati continuarono ad essere prodotti con il marchio EMW fino al 1955.
Abbandonato il marchio EMW, dallo stabilimento di Eisenach uscirono prima vetture con il marchio IFA (che produceva sostanzialmente delle vecchie DKW d’anteguerra) poi fu rispolverato il marchio Wartburg, che ha resistito fino al 1991. Ora lo stabilimento di Eisenach, di proprietà Opel, sforna l’attuale Opel Corsa.
Segnalo questo interessante link (in lingua tedesca), che parla della fabbrica di Eisenach dalle origini fino alla caduta del muro.