Turbo History: BMW 2002, Saab 99 e Porsche 911
Turbo: la genesi!
Con l’avvento delle nuove tecnologie e per i continui miglioramenti dell’efficienza termodinamica dei nuovi propulsori benzina e diesel, si è arrivati ad una diffusione capillare della sovralimentazione mediante turbocompressore. Ormai abbiamo motori di cilindrata relativamente piccola, ma in grado di erogare potenze e coppie che un tempo erano appannaggio di grandi motori aspirati. Ma non è sempre stato così: facciamo un balzo indietro nel tempo, precisamente nei magnifici anni ’70.
Chi ha un po’ di anni alle spalle, non può non ricordare le vetture che hanno dato lustro all’invenzione dell’ingegnere svizzero Alfred Büchi, che si è evoluto da equipaggiare “bare su ruote” ad arrivare nei vani motore di vetture totalmente ecologiche.
Il trio delle meraviglie ispirato dal Motorsport
Il trio delle meraviglie degli anni ’70 è costituito da vetture molto diverse tra loro: BMW 2002 Turbo, Saab 99 Turbo e Porsche 911 Turbo.
Ispirate al motorsport, o per lo meno concepite pensando a questo, queste macchine da strada ormai classiche hanno un’immagine notevolmente diversa. Questi esemplari erano rinomati ai loro tempi per essere bestie irascibili con una predilezione sadica per mandare fuori strada i conducenti inconsapevoli di una battuta di pesca o di caccia ed, ovviamente, mandare in fumo gli pneumatici. Queste sono auto a cui difficilmente puoi dare del “tu” e bisogna avere un certo timore reverenziale. Scopriamole in dettaglio!
La BMW 2002 Turbo
La BMW 2002 Turbo ha il tipico aspetto di un giocatore di Hockey esile e scattante, ma che a visiera abbassata è obnubilato dal demone della competizione, tanto da non farsi problemi a romperti le ossa. Già il suo sguardo da “attaccabrighe” ti fa avvicinare con un certo timore; il modello d’origine è la BMW 2002 TiK dove “K” sta per “Kompressor” con il quale Dieter Quester aveva vinto la divisione del Gruppo 5 dell’European Touring Car Championship del 1969. Il pilota tedesco aveva conquistato il titolo del 1968 con la sua 2002, quindi con un turbocompressore Eberspacher, sebbene fosse relativamente nuovo per l’industria automobilistica, era considerato un modo efficace per conservare il suo titolo utilizzando un motore di 2 litri.
Sebbene i nuovi regolamenti ETCC del 1970 prevedessero l’esclusione delle auto turbo non omologate, costringendo la 2002TIK a 290 CV nel Gruppo 7, dove non era competitiva, l’auto di Quester ispirò il responsabile BMW, Alex von Falkenhausen, a sviluppare una versione da strada. Dopo tre anni di sviluppo, la BMW 2002 Turbo fu lanciata al Salone Internazionale dell’Automobile di Francoforte del 1973.
Sfortuna volle che le regole del motorsport cambiarono (vietando i turbo) e la BMW 2002 Turbo è stata lanciata giusto in tempo per ottenere un posto in prima fila per la crisi petrolifera del 1973. Una situazione che ha fatto quadruplicare il prezzo di un barile di petrolio ed ha reso difficile la vendita di costose auto performanti con una sete da 9 km/l. Invece di costruire 2000 turbo, appena 1672 esemplari uscirono dalla fabbrica di Monaco.
La Porsche 911 Turbo – 930 – The Widowmaker
The Widowmaker, ossia – letteralmente – la “crea vedove”. Quale miglior appellativo per una vettura da 250 CV, 4 marce, con un turbocompressore grosso come una palla da bowling e con una distribuzione dei pesi di 36.2-63.8%. Andare a nuotare in una vasca di squali bianchi era un’esperienza più sicura. A circa 160 km/h – in quarta marcia – il manometro della pressione turbo è ancora fisso su 0. Questo può dare solo l’idea di quanto possa esser stata un’esperienza assoluta guidare una 3.0 Turbo.
La situazione si è leggermente mitigata con il nuovo motore da 3.3 litri, che grazie anche ad un rapporto di compressione più elevato (7:1, anziché 6.5:1) ed una nuova serie di appendici aerodinamiche, rendeva la guidabilità della 911 Turbo, unica nel suo genere. L’avantreno passa dall’essere fluttuante alle alte velocità a granitico alle basse. Con buona pace delle conoscenze fisiche fin’ora apprese.
Su strade asciutte e curve morbide, non vi è alcun segno dell’alter ego psicotico della Porsche Mr Hyde e, per essere sinceri, solo un pazzo guiderebbe la classica 930 Turbo con il coltello fra i denti di questi tempi. Distribuzione e trasferimento del peso? Equilibrio? Non pervenuti. Alle alte velocità, questa 911 è stabile ed affidabile sui rettilinei. Eppure si è sempre lì, con un demone sulla spalla, che è pronto a portarti agli inferi se solo tenti di superare il limite. Ma tutto è appagato dal Flat-Six e dalla sua erogazione: spenta ed oltremodo brutale, non appena la girante arriva “in pressione”. Il tachimetro vola alto, così come i battiti cardiaci.
Saab 99 Turbo: l’auto che veniva dal freddo
Dal 1968, Svenska Aeroplan Aktiebolaget (SAAB, NdR) aveva offerto una nuova sorella maggiore ai suoi 96 – la Sixten Sason progettata 99. La base di partenza era il 4 cilindri Triumph, ma completamente riprogettato dalla stessa Saab, creando la famiglia di motori “B” . A questo si aggiunge un meccanismo che gli svedesi avevano già utilizzato in ambito aeronautico: un turbocompressore.
Dopo uno sviluppo approfondito (ben 100 prototipi realizzati per un totale di 4.6 milioni di km – la Saab 99 Turbo da £ 7850 è stata lanciata con carrozzeria tre porte nel 1978. A ciò si è aggiunto l’anno successivo una versione a due porte che avrebbe omologato il modello per il rally.
Dotato di un motore 1985cc a camma singola, azionata a catena, con rapporto di compressione 7,5: 1, iniezione di carburante Bosch, turbo Garrett, valvole di scarico con sodio ed un radiatore dell’olio, questo 4 cilindri era un “fucile”. 145 CV a 5000 giri / min con 235 Nm a 3000 giri / min, rappresentando un aumento della potenza rispetto all’aspirata del 23% in più di potenza e del 45% in più di coppia. Da 0 a 100 km/h in 8.9 secondi ed una velocità massima di circa 190 km/h. La versione Coupe’ faceva calare l’accelerazione a 8.5 secondi e la velocità massima saliva a 195 km/h.
Gli esemplari costruiti furono 600 a due porte (400 macchine rosse furono prodotte a Trollhättan, con altri 200 esempi neri costruiti da Saab-Valmet a Uusikaupunki, Finlandia).
Se la BMW è l’auto più divertente del lotto e la Porsche la più impressionante, allora è la Saab che è stata la più sorprendente.
Via Drive-My